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Il Niño potrebbe accelerare la fusione irreversibile del ghiaccio Antartico

Gli eventi più forti di El Niño dovuti al riscaldamento globale possono accelerare lo scioglimento irreversibile della calotta glaciale antartica e delle piattaforme di ghiaccio oltre che favorire l’innalzamento del livello del mare. Lo afferma una nuova ricerca condotta dalla principale agenzia scientifica del governo australiano.
Lo studio è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Nature Climate Change ed è stato condotto dai ricercatori del CSIRO.

Sono stati esaminati 31 modelli climatici  e gli scienziati hanno scoperto che episodi di El Niño più forti possono accelerare il riscaldamento delle acque oceaniche più profonde mentre rallentano il ritmo del riscaldamento in superficie.
Il capo ricercatore del CSIRO e l’autore principale dello studio, il dottor Wenju Cai, hanno affermato che questo riscaldamento anomalo porterebbe a uno scioglimento più rapido della calotta glaciale e delle piattaforme di ghiaccio. Lo studio non ha esaminato quanto più rapidamente possa verificarsi lo scioglimento.

Si stima che la calotta glaciale antartica contenga circa 30 milioni di chilometri cubi di ghiaccio, sufficienti per innalzare il livello globale del mare di 70 metri nel corso dei secoli se completamente sciolta. Un recente studio separato ha stimato che le temperature globali di 1°C al di sopra dei livelli preindustriali – un punto già superato – sarebbero sufficienti per far collassare gradualmente la calotta glaciale dell’Antartide occidentale, portando a quattro metri di innalzamento del livello del mare.

Un altro studio di modellazione pubblicato lo scorso anno ha evidenziato che eventi sempre più forti di El Niño e La Niña dovuti al riscaldamento globale si potrebbero verificare con maggiore frequenza nell’Oceano Pacifico orientale entro il 2030, decenni prima di quanto previsto in precedenza.

Il ghiaccio marino intorno all’Antartide ha toccato un minimo storico quest’anno, con gli scienziati che riferiscono di “non aver mai visto una situazione così estrema prima”.

Cosa sono El Nino e La Nina?

Si tratta di fenomeni di larga scala osservati sulla superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale, capaci di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali. Il loro nome è spagnolo poiché sia gli episodi più intensi, quanto quelli più deboli si presentano annualmente e si sviluppano intorno al periodo natalizio.
La Niña ed El Niño sono un raffreddamento e riscaldamento della superficie oceanica. Durante un episodio della Nina, le acqua risultano di 1-3 gradi più fredde del normale, mentre nelle fasi del Nino sono di 1-3 gradi più calde. In condizioni cosiddette “neutre”, si ha alta pressione sul settore orientale dell’oceano Pacifico e bassa pressione nel settore ovest, con i consueti venti orientali (alisei).

Quando però la pressione atmosferica diminuisce sul settore orientale e contemporaneamente aumenta a ovest, gli alisei si attenuano o talvolta invertono la direzione, ostacolando la risalita di acqua fredda dalle profondità verso la superficie oceanica. Con questa configurazione viene favorito il riscaldamento anomalo delle acque, fenomeno noto come El Niño. Nella fase opposta viene, invece, viene favorito il raffreddamento anomalo delle acque, fenomeno noto come La Niña.

El Niño e La Niña sono i principali motori del sistema climatico terrestre, ma non sono gli unici: oltre all’ENSO ci sono infatti anche l’oscillazione del Nord Atlantico, l’oscillazione artica e il dipolo dell’Oceano Indiano.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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