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Il 2019, nei fatti, ci dice che per il 2020 non abbiamo scuse

Riflessione di fine anno, che il 2020 sia per tutti l'anno della consapevolezza e dell'azione

Il 2019 volge al termine e chiude un decennio segnato dal riscaldamento globale, dal ritiro dei ghiacci, dall’aumento del livello dei mari. Sarà un altro anno sul podio degli anni più caldi, le temperature globali non sono mai state così alte come negli ultimi 10 anni e il 2019 è in corsa per salire sul secondo o terzo gradino del podio degli anni più caldi di sempre. Tra gennaio e ottobre di quest’anno la temperatura media globale è stata di 1,1°C più alta rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900). Dalla fine degli anni ’80 ogni decennio è stato più caldo di quello precedente.

Mentre trascrivo questi dati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, l’Australia sta bruciando, letteralmente. Il cielo è rosso fuoco, l’emergenza incendi è estrema (video e foto).Le fiamme stanno interessando gli stati di Victoria e New South Wales. Temperature estreme, intorno ai 45 gradi, venti forti e fulmini hanno dato vita a 200 nuovi incendi nello stato di Victoria solo nelle ultime 24 ore. Altre persone hanno perso la vita: il bilancio dall’inizio dell’emergenza è salito a 12 vittime tra civili e vigili del fuoco. Altre persone hanno perso la vita. Mi chiedo se al posto di contare i gradi dovremmo iniziare a contare le vittime umane, animali e vegetali perse a causa di fenomeni estremi.

Tra i titoli che hanno fatto la storia del 2019, ne ricordiamo alcuni: Uragani da record sull’Atlantico: i numeri della stagione 2019, Allerta rossa estrema per gli incendi in California: è la prima volta nella storia, Il Giappone è stato colpito dal tifone più potente almeno degli ultimi 60 anni, Negli Stati Uniti mai così tanta neve dal 1934,e ancora, l’evento che sembrava aver smosso le coscienze, Fiamme in Amazzonia: siamo tutti coinvolti in questo disastro ambientale.

Eventi circoscritti in tempi e luoghi, ma interconnessi e legati ad una emergenza globale. Eventi che sembrano riguardare il “futuro” ma che si stanno verificando nel presente.

Molte città hanno dichiarato emergenza climatica, l’Europa ha dichiarato emergenza climatica e ambientale, dal mondo delle banche e della finanza stanno arrivando i primi segnali di un cambio di rotta, il movimento Fridays For Future ha unito i giovani di tutto il mondo intorno alla parola “futuro” che oggi spaventa forse più della parola “emergenza”.

Se queste sono le parole del 2019, le parole per il 2020 devono essere “consapevolezza” e “azione”. I cittadini di tutto il mondo hanno il diritto di sentirsi sicuri nella propria casa, sulla propria Terra, la scienza ha fatto la sua parte dandoci dati e proiezioni sulla situazione, ora tocca a chi detiene mezzi e possibilità di intervenire con azioni concrete far sì che la crisi climatica non bussi alla porta di persone impreparate. L’educazione è fondamentale in questo processo, la scuola, nel 2020 avrà una grande responsabilità. L’ormai non più Ministro dell’Istruzione Fioramonti, durante il suo mandato, aveva detto Tutte le scuole, dal prossimo settembre dedicheranno 33 ore all’anno, circa un’ora a settimana, alle questioni relative ai cambiamenti climatici. Molte materie tradizionali, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile” e che “l’intero ministero sta cambiando affinché la sostenibilità e il clima siano al centro del modello educativo“. Ci auguriamo che questo progetto veda continuità anche con i futuri capi di dicastero.

Dopo il fallimento della COP25, il 2020 sarà l’anno della COP26 preceduta dalla COP Giovani e saranno due appuntamenti determinanti, dovranno essere due appuntamenti determinanti. Così come determinante sarà il ruolo dell’informazione, della divulgazione di dati scientifici corretti e della ricerca di nuovi metodi comunicativi che vadano oltre i muri dei luoghi comuni e del pregiudizio; laddove la crisi climatica è diventata un’opinione e non un fatto, noi di IconaClima lavoreremo senza sosta da Gennaio a Dicembre dell’anno che sta per iniziare, per tradurre i dati scientifici in azione, perché la possibilità di vivere in sicurezza è un diritto di tutti e come tale va difeso anche attraverso la comunicazione corretta e capillare.

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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