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Devastanti incendi in Cile, regioni intere avvolte da fumo e fiamme

Caldo estremo, siccità e vasti incendi stanno mettendo in ginocchio il Cile: interessate soprattutto le regioni di Biobio, Nuble e Araucania

Il Cile è alle prese con un’emergenza incendi, scatenata da siccità e caldo estremo: il Paese sta affrontando una intensa ondata di caldo, e una prolungata siccità, fenomeni che stanno favorendo la propagazione di numerosi incendi. Più di 20 le vittime ad oggi confermate, mentre si contano oltre 1000 feriti. Secondo il ministro degli interni Carolina Toha alcuni “sono stati raggiunti dalle fiamme, altri sono morti cercando di scappare”.

La gran parte degli incendi (19 ancora attivi) si trova nella regione di Biobio, a circa 560 chilometri a sud della capitale Santiago. La situazione è molto grave: le fiamme degli incendi stanno interessando vasti territori, attraversando foreste e terreni agricoli, fino ai centri abitati.

Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza a Biobio e nella vicina regione di Nuble, altra zona colpita duramente dagli incendi. Ma anche la regione di Araucania sta lottando per contenere le fiamme, tra forti venti e temperature elevate alimentate dall’ondata di caldo che sta interessando il Paese.

La regione di Biobio è stata interessata da 1380 incendi dall’inizio della stagione, un numero già più elevato dell’intera stagione 2021-2022, che hanno raso al suolo complessivamente quasi 135 mila ettari. Lo rivelano le statistiche aggiornate del Conaf, l’agenzia forestale cilena.

Colpita anche la regione di Ñuble, interessata ad oggi da 17 incendi, e quella di Araucania con altri 19 roghi. Tra queste 3 regioni si concentrano i maggiori sforzi dei pompieri: sul posto 79 brigate antincendio, 4 autocisterna, 19 elicotteri e 13 aerei cisterna. In arrivo anche aiuti internazionali, in particolare da Argentina, Messico e Brasile.

Secondo l’ultimo rapporto di Senapred, il bilancio delle vittime è di 24. Altre 26 persone sono ricoverate con “grandi ustioni”. Gli incendi hanno colpito un totale di 1.800 persone, con 66 feriti e 1.475 ricoverati.

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Le fiamme hanno bruciato oltre 40 mila ettari di territorio nel Cile. La siccità, che ormai dura da oltre 13 anni, e il grande caldo, hanno reso la vegetazione molto secca e facilmente infiammabile. In alcune zone il caldo ha persino raggiunto i 40-41 gradi.

Aria resa irrespirabile dal fumo degli incendi in Cile: PM2.5 fino a 30 volte più alto della soglia limite dell’OMS

Il fumo degli incendi rende l’aria praticamente irrespirabile in gran parte del Paese. I livelli di PM10 e PM2.5 sono alle stelle: a Los Angeles, nella regione di Biobio in Cile, il PM2.5 domenica 5 febbraio ha raggiunto picchi di 450 µg/m³. Il limite massimo giornaliero delle nuove linee guida dell’OMS è di 15 µg/m³. Si tratta di valori 30 volte superiori.

Incendi, ondate di calore e siccità: anche il Cile è alle prese con gli effetti della crisi climatica

Purtroppo alcuni incendi sono stati dolosi, ma guardando al quadro generale, quello che sta succedendo in Cile purtroppo è una conseguenza della crisi climatica. Lo abbiamo visto anche in Europa, negli Stati Uniti, in Cina, in Australia: le ormai sempre più intense e durature ondate di caldo dell’estate, i periodi di siccità, la minore disponibilità di acqua. Tutto questo favorisce la propagazione e diffusione degli incendi nel territorio. Incendi che, tra l’altro, sono molto più “cattivi”, improvvisi e impossibile da domare.

E non si ferma a questo. Gli incendi, una volta spenti, lasciano profonde cicatrici: la vegetazione bruciata e il terreno impermeabilizzato. L’arrivo di piogge nei mesi successivi, favorisce il rischio di frane, smottamenti e alluvioni lampo. 

Si tratta, a tutti gli effetti, di fenomeni a cascata nell’arco dei mesi e anni continuano ad interessare lo stesso territorio, e che possono essere ricondotti ad una causa scatenante: il riscaldamento globale.

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Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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