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Biden alla Casa Bianca: una reale speranza per il clima? Cosa ci si aspetta dal nuovo presidente USA

La scienza non è politica, le crisi non sono una campagna elettorale. Da Biden ora ci si aspetta un impegno concreto per il clima

Dopo un lunghissimo testa a testa tra Joseph R. Biden Jr. e Donald Trump, il candidato democratico si è conquistato la presidenza degli Stati Uniti d’America. Sarà Joe Biden il prossimo presidente USA.

Al momento di scegliere, gli americani hanno scelto la speranza e non la paura, l’unità e non la divisione, la scienza e non la finzione, la verità e non le menzogne.

Come abbiamo evidenziato durante i nostri approfondimenti dedicati alle elezioni USA 2020, la crisi sanitaria ha orientato le scelte degli elettori. Donald Trump per mesi ha continuato a sminuire i possibili rischi legati al contagio, anche entrando in conflitto con Anthony Fauci, l’immunologo a capo della task-force anti-Covid americana; mentre Joe Biden, durante la campagna elettorale, ha sempre richiamato la popolazione ad avere fiducia nella scienza e ad osservare le misure anti-contagio.


Le mascherine protettive, sono diventate un simbolo della divisone politica, tanto che Joe Biden ha dovuto dichiarare pubblicamente: “Wearing a mask is not a political statement” (VIDEO)La situazione di crisi dovuta alla pandemia, in clima elettorale, ha avuto come effetto collaterale la politicizzazione della pandemia stessa. 

La buona notizia, per i cittadini americani e non solo, è che il presidente democratico che entrerà in carica, è colui che in una situazione di crisi, ha scelto di seguire le indicazioni della comunità scientifica e non di fare leva sui sentimenti di incertezza e disagio per mantenere ed aumentare il consenso.

Joe Biden è un segnale potenzialmente positivo anche per la lotta alla crisi climatica. Crisi climatica alla quale l’America è già particolarmente esposta. 

Le posizioni negazioniste dell’ormai ex presidente Donald Trump sono ben note, tanto che proprio il 4 Novembre, gli Stati Uniti sono ufficialmente usciti dall’Accordo di Parigi, giudicato da Trump un frutto di un complotto internazionale volto a danneggiare gli Stati Uniti a favore della Cina.

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Clima: cosa ci si aspetta dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. 

Innanzi tutto, Joe Biden aveva annunciato durante la sua campagna e riconfermato il 4 Novembre durante lo spoglio elettorale che, in caso di vittoria, avrebbe riportato gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi in 77 giorni, che i cambiamenti climatici sono «una minaccia esistenziale per l’umanità» e che «abbiamo l’obbligo morale di affrontarli».

Tra gli obiettivi di Biden c’è l’azzeramento, da parte degli Stati Uniti, delle emissioni di gas serra entro il 2050 per evitare le peggiori conseguenze del riscaldamento globale. Ha proposto, come primo obiettivo in questa direzione, di investire 2 trilioni di dollari in quattro anni, concentrandosi sulla salute e sui benefici economici.

Basandoci sulle proiezioni future, l’investimento in questa direzione sarebbe una scelta oculata; il National Climate Assessment del governo federale ha stimato che lo scenario climatico senza interventi di contrasto alla crisi climatica, potrebbe costare all’economia americana centinaia di miliardi di dollari ogni anno entro la fine del secolo.

Per azzerare le emissioni Biden ha dichiarato di voler seguire ciò che suggerisce la comunità scientifica da anni: l’allontanamento dai combustibili fossili. Biden prevede un allontanamento molto più rapido dai combustibili fossili, incentivando le auto elettriche e azzerando le emissioni delle centrali entro il 2035.

Anche questa tematica è stata in larga parte strumentalizzata e politicizzata durante la campagna elettorale, infatti Trump ha sostenuto pubblicamente che Biden avrebbe detto di voler vietare il fracking, una tecnica controversa per l’estrazione di petrolio e gas naturale, e Biden ha smentito di averlo detto. La realtà dei fatti sta nel piano scritto di Biden che non vieta di fatto il fracking ma vuole porre fine ai nuovi permessi di perforazione su terre e acque federali.

Rispetto all’ipotesi di inserire una tassa sulle emissioni, Joe Biden si è tenuto lontano da questa posizione ma ha dichiarato di voler richiedere nuove normative e investimenti per accelerare lo sviluppo di veicoli elettrici, infrastrutture eoliche e solari. Investimenti in tecnologie nascenti (o tornate in auge.ndr) come l’idrogeno e la cattura del carbonio (ccs carbon storage).

La strada che vuole intraprendere Biden, se verrà realmente intrapresa, è una buona notizia per il clima globale, ma lo è anche per la salute e la sicurezza delle persone. Contrastare la crisi climatica oggi, per prevenire altre crisi e altri disastri futuri. Biden ha chiesto misure di adattamento più radicali, proponendo, ad esempio, che tutti i nuovi finanziamenti federali per ricostruire strade, ponti o infrastrutture idriche debbano prendere in considerazione il cambiamento climatico.

Joe Biden, via Instagram

La sfida è grande, ma l’America può diventare un motore di traino per la transizione climatica globale. Non bisogna però dimenticare che la lotta alla crisi climatica è una lotta globale e ogni singolo stato del mondo dovrà fare la sua parte.

Le elezioni USA 2020, dalla campagna elettorale al risultato finale, sono state un esempio di un’altra sfida che si profila per la maggior parte delle democrazie occidentali: evitare la politicizzazione delle crisi. Riflettere sui valori della democrazia, è un passo fondamentale per mantenere l’unità nazionale e globale necessaria per affrontare i cambiamenti e le sfide future. La conoscenza, la fiducia nella scienza e nelle istituzioni dovranno essere i solidi capisaldi per eludere i vuoti che creerà l’incertezza, insita in ogni momento di transizione. Per fare ciò servono leader consapevoli, e ci auguriamo che Joe Biden confermi di esserlo.

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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