Il fenomeno del disaccoppiamento climatico incombe su piante e animali. Lo studio
Gli uccelli americani tra le specie più a rischio. Anche con lo stravolgimento della loro situazione climatica ideale, non riescono a migrare
Uno studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution il 14 luglio di quest’anno, ha preso in esame il “disaccoppiamento climatico”, un fenomeno che interessa sia le piante che animali di tutto il mondo e come stia colpendo in particolare gli uccelli del Nord America. Una delle conseguenze più evidenti legate ai cambiamenti climatici sono le migrazioni di massa di molte specie, di mare e di terra che abbandonano i loro habitat andando in cerca di condizioni più favorevoli: non tutti gli animali, però, sono in grado di affrontare un cambiamento di questo genere e rischiano di rimanere intrappolati in un ambiente che non corrisponde più alle loro esigenze. Un gruppo di studiosi dell’Università tedesca di Lipsia ha analizzato la situazione di 114 diverse specie di uccelli che vivono tra Stati Uniti e Canada portando alla luce che 30 di queste, il 26%, che negli ultimi 30 anni hanno subito lo stravolgimento della loro situazione climatica ideale, non sono riuscite a migrare verso una casa migliore.
“L’abbondanza e la distribuzione delle specie stanno cambiando in risposta al cambiamento climatico e ad altri fattori antropogenici, ma non è ben compreso come ciò si traduca in quanto le specie possano adattarsi alle loro condizioni climatiche ottimali mentre cambiano. Utilizzando una serie temporale di 30 anni su scala continentale, abbiamo quantificato le tendenze temporali nella corrispondenza climatica delle specie di uccelli nord-americani e abbiamo testato se la variazione geografica dei tassi di cambiamento climatico e dell’uso del suolo e/o i tratti delle specie potessero essere alla base della variazione delle tendenze tra le specie. Nel complesso, abbiamo scoperto che le abbondanze e le distribuzioni delle specie stanno diventando sempre più disaccoppiate dal clima man mano che cambia nel tempo. Le differenze di specie nelle tendenze di corrispondenza climatica erano legate ai loro tratti ecologici, in particolare alla specializzazione dell’habitat, ma non ai tassi medi di cambiamento climatico e dell’uso del suolo all’interno degli intervalli delle specie. Il disaccoppiamento climatico nel tempo era particolarmente importante per gli uccelli che stavano diminuendo in abbondanza e occupazione, comprese le specie minacciate“.
In base alla ricerca, non tutte le specie di uccelli vengono colpite allo stesso modo; il disaccoppiamento climatico tenderebbe a sopraffare maggiormente le specie specialiste, quelle che necessitano di un ambiente molto particolare per sopravvivere e quelle che già stanno subendo delle drastiche diminuzione a causa della perdita del proprio dell’habitat. Un esempio su tutti è quello del passero Ammodramus savannarum che vive nelle praterie americane: un tempo era molto diffuso ma ora con le praterie che stanno sparendo, è in grande sofferenza. In particolare una sottospecie, nativa della Florida, è stata di recente inclusa nella lista delle specie a rischio estinzione.
Anche le cause del disaccoppiamento variano: alcuni animali ad esempio sono legati a risorse particolari presenti solo nel proprio habitat e quindi non possono andarsene anche se il clima peggiora, altri non vogliono abbandonare un’area conosciuta addentrandosi in luoghi sconosciuti. Alcune specie che sono già in sofferenza o addirittura in via d’estinzione per motivi dovuti ad esempio all’inquinamento o alla distruzione del loro habitat, non hanno proprio la forza di andare in cerca di una nuova casa.