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Caldo record in Siberia: quali sono le cause e perché è una notizia così preoccupante?

Il record raggiunto nel primo giorno dell'estate rientra in un trend di riscaldamento globale che sta colpendo con maggiore intensità le regioni artiche, dove le temperature stanno aumentando due volte più velocemente che altrove

La Siberia ha dovuto fare i conti, alla fine della scorsa settimana, con un’ondata di caldo eccezionale. La colonnina di mercurio è salita fino a raggiungere livelli mai toccati prima a latitudini oltre il circolo polare artico. Sabato 20 giugno, il giorno del solstizio d’estate e il più lungo dell’anno, sono stati misurati 38,0 °C a Verkhoyansk, 17 °C in più rispetto alla media stagionale. La cittadina, considerata fra la località più fredde di tutta la Siberia, si trova nella parte orientale di questa immensa provincia russa, in quella che è conosciuta come la repubblica autonoma della Sacha-Jacuzia all’altezza del fiume Jana. Questo valore, in attesa di validazione ufficiale da parte dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, costituirebbe un nuovo record assoluto di caldo per latitudini oltre il 66° parallelo.

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Questa situazione estrema è stata possibile grazie alla presenza di un robusto anticiclone di tipo “caldo” o “dinamico” (alta pressione al suolo e a tutte le quote) che si è formato sulla Siberia orientale dove è rimasto stazionario per più giorni. Una situazione molto simile a quella che sta vivendo in queste ore la Scandinavia.

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Anomalia della temperatura a 2 m intorno all’Artico, osservata sabato 20 giugno 2020. Fonte ClimateReanalyzer.org

Situato in una conca nel bel mezzo della Siberia nord-orientale, il villaggio di Verkhoyansk è noto per essere il punto più freddo dell’emisfero settentrionale, con un record di -67,8 °C registrato nel febbraio del lontanissimo 1892. Temperature così basse in inverno sono rese possibili da condizioni anticicloniche associate però questa volta a potenti anticicloni “termici” o “freddi”. Sono anticicloni che si formano in inverno sulle aree fredde e innevate del nostro pianeta posizionate a latitudini relativamente alte dove le ore di luce sono ridotte ai minimi termini. I più noti e potenti anticicloni termici sono l’anticiclone russo-siberiano e l’anticiclone canadese. L’enorme massa d’aria che staziona in inverno sulla Siberia viene raffreddata sempre di più, giorno dopo giorno, dalla neve al suolo e dalle lunghe notti polari. L’aria gelida è molto più densa e pesante dell’aria calda, di conseguenza tende a ad accumularsi al suolo determinando un aumento della pressione atmosferica fino a valori molto elevati, che in alcuni casi possono superare i 1050 hPa. Non a caso, il record di pressione più alta mai registrata al livello del mare sul nostro pianeta spetta ad Agata in Russia misurata in pieno inverno, esattamente il 31 dicembre del 1968. La struttura di alta pressione è presente solo nei bassi strati, in quota, dove l’aria viene a “mancare” per sedimentazione, è invece presente una circolazione di bassa pressione.

L’area di Verkhoyansk ha un clima iper-continentale: fa molto freddo in inverno ma può anche fare molto caldo in estate, in condizioni atmosferiche favorevoli. Ad esempio la temperatura media dei valori massimi pomeridiani nel mesi di luglio è di 23 °C. E non è affatto raro superare i 30 °C, una soglia sistematicamente superata più volte nelle ultime estati.

Questo nuovo record, se convalidato, porterebbe ad un altro record stavolta a livello mondiale: quello della massima ampiezza, di ben 105,8 °C, tra il record di freddo e il record di caldo; verrebbe infatti migliorato il vecchio record di 105,1 ° C già detenuto da Verkhoyansk.

I 38 °C registrati sabato 20 rientrano in un trend di riscaldamento globale che aumenta la probabilità che si verifichino record di calore. Più nello specifico, in questo 2020 i primi cinque mesi dell’anno sono risultati per la Russia estremamente caldi rispetto alle medie climatiche, tanto che questo 2020 è al momento il più caldo di sempre.

Nel XX secolo, la temperatura media del globo è aumentata di circa 1 °C e il clima globale continuerà a riscaldarsi nei prossimi decenni. Questo riscaldamento non è però omogeneo: l’Artico è la regione del globo più colpita, qui le temperature stanno aumentando due volte più velocemente che altrove.

Per approfondire:

Incendi in Siberia e il concetto di “feedback climatico”

Daniele Izzo

Sono nato in Svizzera a Vevey l’8 maggio del 1974. Sono laureato in Fisica e dal 2001 svolgo l’attività di meteorologo e climatologo per Meteo Expert. Nel 2013 ho conseguito la qualifica internazionale di meteorologo aeronautico rilasciata dal WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale). Nel gennaio 2016 le mie competenze professionali sono state certificate e il mio nome è stato inserito nell’elenco dei Meteorologi Professionisti. Dal 2007 al 2015 mi avete visto condurre il meteo su Canale5, Italia1 e Rete4. Tuttora curo gli appuntamenti meteo per Radio Montecarlo. Sono Professore di meteorologia in un istituto tecnico aeronautico.

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