Politiche

L’Italia resta senza un inviato speciale per i cambiamenti climatici

Il nuovo Governo non ha riconfermato la nomina di Alessandro Modiano, e la diplomazia del clima resta senza una guida: non è ancora chiaro se verrà nominato un sostituto o la posizione verrà eliminata

Oggi lascio il ruolo di inviato speciale per i cambiamenti climatici. È stato un onore essere il primo, e un privilegio lavorare con l’incredibile squadra del Ministero, la comunità internazionale e giovani eccezionali.

Con queste parole Alessandro Modiano ha annunciato su Twitter di aver lasciato l’incarico ad appena un anno dalla nomina. La figura dell’inviato speciale per i cambiamenti climatici era stata istituita nel giugno 2021 dal Governo Draghi, che sei mesi dopo aveva individuato in Modiano la persona giusta per ricoprire il ruolo.

Un ruolo sempre più centrale per la diplomazia del clima, la cui importanza è stata ben dimostrata dall’inviato italiano anche durante gli ultimi negoziati, quelli della COP27, che Modiano ha presidiato per l’intera durata dei lavori alla guida della delegazione italiana a Sharm el-Sheikh.

«Perdere Alessandro Modiano nel ruolo di Inviato Speciale dell’Italia per il cambiamento climatico ci rammarica. Il suo contributo, culminato con la guida della delegazione italiana alla COP27, è stato importante e ha dato vigore alla diplomazia climatica italiana», ha commentato il think tank sul clima Ecco.

Il decreto legge del giugno 2021 che ha istituito la figura dell’inviato speciale per i cambiamenti climatici non ha previsto una durata specifica per l’incarico, che può essere riconfermato o meno ogni volta che si insedia un Governo diverso. L’incarico di Alessandro Modiano è quindi decaduto alla scadenza dei termini entro cui il nuovo esecutivo avrebbe dovuto, eventualmente, confermarlo nel ruolo.

Cosa succede adesso?

Difficile a dirsi. Dall’addio di Modiano sono passate quasi due settimane e tutto tace: né la premier Giorgia Meloni né il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin hanno fatto sapere quali siano le intenzioni del Governo. La redazione di IconaClima ha provato a contattare il Ministero per chiedere chiarimenti, ma non ha ricevuto risposte: non si sa ancora se possiamo aspettarci una nuova nomina o se la figura dell’inviato speciale per i cambiamenti climatici verrà eliminata, a meno di due anni dalla sua istituzione.

«Resta il fatto che l’Italia registra una perdita di capacità importante per la diplomazia sul clima in uno degli anni più importanti nel decennio critico per il raggiungimento degli obiettivi climatici», avverte Ecco.
Non colmare questo vuoto potrà arrecare seri svantaggi all’Italia, specie in un momento in cui gli inviati speciali per i cambiamenti climatici svolgono sempre di più un ruolo da protagonisti nella diplomazia del clima: basti pensare allo statunitense John Kerry, ormai tra i volti più noti in summit e negoziati, o alla tedesca Jennifer Morgan, che prima di approdare tra le istituzioni è stata una storica leader di Greenpeace.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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