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Milano, Extinction Rebellion cerca il dialogo con i dipendenti ENI: «a rischio i posti di lavoro»

«Cerchiamo alleati tra i dipendenti ENI per salvare il pianeta», spiega Extinction Rebellion

Nella mattinata di giovedì 6 luglio alcune attiviste e attivisti di Extinction Rebellion Milano si sono resi protagonisti di un’azione insolita per il movimento, cercando il dialogo direttamente con i dipendenti dell’ENI di fronte alla sede dell’azienda a San Donato.
Stavolta, racconta Extinction Rebellion, «le critiche agli inconsistenti sforzi di ENI in tema di uscita dal fossile restano sullo sfondo»: il movimento cerca «alleati proprio tra i dipendenti dell’azienda, facendo leva sul loro interesse a difendere il proprio posto di lavoro oltre che il pianeta» e sottolineando l’importanza di un ritorno di ENI a un ruolo di politica industriale pubblica.

extinction rebellion eni milano (3)

Serve promuovere una transizione rapida, equa e giusta per i lavoratori e aiutare il paese a uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili, avverte il movimento ambientalista. Di questo gli attivisti hanno parlato con i dipendenti del gigante fossile, sottolineando come un ritardo in questa transizione comporti enormi rischi anche per i posti di lavoro: pozzi, oleodotti e raffinerie diventeranno ben presto obsoleti e le riserve petrolifere perderanno valore. «Se i dirigenti non intraprendono azioni concrete, saranno i lavoratori a doverlo richiedere».

«La missione storica di ENI, fin dai tempi di Mattei, è stata quella di garantire l’autonomia energetica all’Italia – osserva Marcello, uno degli attivisti presenti a San Donato -. Come possiamo realizzarla oggi se non puntando seriamente, senza greenwashing, sulle fonti rinnovabili?».
«I megadirigenti cadranno sempre in piedi – avverte l’attivista -: chi rischia sono i lavoratori, se non impongono ora di investire gli utili nella riconversione integrale dell’azienda».

Anche Sara, attivista di Extinction Rebellion entrata in azione di fronte alla sede del colosso, sottolinea che «restare bloccati sul fossile rischia di mettere a rischio i bilanci di ENI, e con essi migliaia e migliaia di posti di lavoro: cambiare radicalmente strada è interesse dei dipendenti e delle loro famiglie e coincide con quello del
movimento climatico e del pianeta».

extinction rebellion eni milano

Il volantino distribuito da Extinction Rebellion a San Donato si chiude con un appello accorato all’azione da parte dei lavoratori, anche quelli di ENI: «esigete immediatamente il blocco dei nuovi investimenti nei combustibili fossili, chiedete la conversione alle tecnologie delle fonti rinnovabili e dell’accumulo energetico. Pretendete che l’azienda fornisca una formazione adeguata per un mondo che, se sarà più caldo, non deve per forza trasformarsi in un inferno per tutti».

L’iniziativa di Extinction Rebellion a San Donato rappresenta un invito al dialogo e all’azione concreta per garantire un futuro sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che occupazionale, e l’insolito tentativo di coinvolgere i dipendenti dell’ENI potrebbe giocare un ruolo significativo nella trasformazione dell’azienda verso una politica più responsabile e orientata alle energie rinnovabili.

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Valeria Capettini

Laurea triennale in Lettere e magistrale in Comunicazione, dal 2021 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Nel 2016 sono entrata a far parte della squadra di Meteo Expert: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

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