Secondo gli scienziati i cambiamenti climatici «colpiranno prima e più duramente» del previsto
È ora di agire, avvertono gli scienziati: c'è tanto da fare, e con urgenza
La World Meteorological Organization ha presentato un nuovo rapporto sui cambiamenti climatici al vertice dell’azione per il clima ospitato dalle Nazioni Unite. Il rapporto, United in Science, include dettagli sulla situazione attuale del clima globale e mostra le tendenze delle emissioni e delle concentrazioni dei principali gas serra, sottolineando quanto sia evidente, e in crescita, il divario tra gli obiettivi concordati per affrontare l’emergenza clima e la realtà attuale.
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Il rapporto del WMO evidenzia soprattutto l’urgenza di agire, di agire subito.
Secondo gli scienziati i cambiamenti climatici stanno colpendo più duramente e in anticipo rispetto a quanto si era previsto anche solo un decennio fa, e avvertono: siamo di fronte al rischio reale di oltrepassare il punto di non ritorno. È di vitale importanza, ora, impegnarsi per evitare un pericoloso aumento della temperatura globale, che avrebbe impatti potenzialmente irreversibili, mettendo in atto azioni volte a ridurre l’uso di combustibili fossili e trasformazioni socio-economiche.
Cosa ci dicono i dati sui cambiamenti climatici
La temperatura media globale è già aumentata di 1,1°C rispetto ai tempi preindustriali (1850-1900), e di 0,2 gradi rispetto al 2011-2015. E analizzando la temperatura media globale degli ultimi anni il periodo tra il 2015 e il 2019 è sulla buona strada per passare alla storia come il più caldo di qualsiasi periodo mai registrato.
Ondate di calore diffuse e di lunga durata, incendi da record e altri eventi devastanti come cicloni tropicali, inondazioni e siccità hanno già avuto gravi ripercussioni sullo sviluppo socioeconomico e sull’ambiente. Inoltre, con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici, le città sono particolarmente vulnerabili agli impatti come lo stress da calore e possono svolgere un ruolo chiave nel ridurre le emissioni a livello locale e globale.
In questo contesto, il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi del 2015 richiede un’azione immediata e inclusiva, che comprenda la decarbonizzazione, integrata da misure politiche ambiziose, da maggiori sforzi per rimuovere la CO2 dall’atmosfera e dalla protezione e valorizzazione dei pozzi di assorbimento del carbonio.
L’Accordo di Parigi impegna tutti i Paesi a presentare e commentare ogni cinque anni, a livello internazionale, un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni (Nationally Determined Contribution, NDC). Secondo le stime gli attuali NDC ridurrebbero le emissioni globali fino a 6 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente nel 2030 ma gli scienziati avvertono: non è abbastanza.
«Il livello di ambizione deve essere approssimativamente triplicato se vogliamo allinearci con l’obiettivo dei 2 gradi, e aumentato di 5 volte per mirare all’obiettivo di 1,5°C», si legge nel rapporto. Il gruppo di consulenza scientifica che si è presentato al vertice sul clima delle Nazioni Unite ha detto che «i dati scientifici e i risultati presentati nel rapporto rappresentano le informazioni autorevoli più recenti su questi argomenti» e hanno sottolineato ancora una volta «l’urgente necessità di sviluppare azioni concrete che fermino i peggiori effetti dei cambiamenti climatici».
La versione completa del rapporto sui cambiamenti climatici.